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Storia del tartufo di Pizzo

Nel 1940 il maestro pasticcere Dante Veronelli, originario di Messina, rileva la Napitino Jannarelli al centro del Grand Pizzo Bar Excelsior. Per continuare l’attività imprenditoriale si avvale di un giovane pasticcere, anche lui di Messina: Giuseppe De Maria, alias “Don Pippo”. I due, dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie al loro genio produttivo riescono in breve tempo a dar vita a prodotti dalla comprovata qualità.

Dopo la morte di Veronelli, De Maria rimane come unico proprietario. Il tartufo nella sua forma attuale è nato a Pizzo per caso, nel 1952 circa: autore di questo prodotto è proprio Don Pippo, che dopo aver esaurito gli stampi e le forme per confezionare il gelato sfuso ha sovrapposto sulla propria mano una porzione di gelato alla nocciola ad uno strato di gelato al cioccolato, aggiungendo poi del cioccolato fuso e avvolgendo il tutto in un foglio di carta per alimenti. La tipica forma “a naso” è stata l’ultimo tocco a decretare una vera e propria innovazione, divenuta immediatamente celebre: la ricetta originale è ancora custodita gelosamente dai nipoti del Maestro De Maria.

Nel 1950, Giorgio Di Iorgi, nonno degli attuali titolari, che aveva iniziato la sua carriera all’interno della gelateria con il ruolo di cameriere, comincia ad imparare l’arte della produzione del gelato. Quindici anni più tardi, in seguito al ritiro del Maestro De Maria, sarà proprio Di Iorgi a prendere in mano l’azienda. Da questo momento in poi, l’azienda diventa a conduzione familiare, tramandata di padre in figlio, conservando il segreto della ricetta per la realizzazione dei celebri e deliziosi gelati.

Storia del tartufo di Pizzo 2018-05-18T17:13:23+00:00

La nascita della moderna gelateria

Il gelato trova le sue origini ad Aci Trezza, un paesino sul mare situato in provincia di Catania. Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco siciliano, preparò nel 1686 la miscela del gelato diventata oggi famosa in tutto il mondo. Utilizzò lo zucchero in sostituzione al miele e il sale unito al ghiaccio per una durata più lunga. Francesco Procopio Dei Coltelli fu riconosciuto dai parigini come geniale inventore del gelato. Aprì il suo primo “Cafè Procope” proprio a Parigi, diventato punto di riferimento per la produzione artigianale di gelati alla frutta, granite, fiori d’anice, frangipane, fiori di cannella, gelato al succo di limone, sorbetto di fragola e gelato al succo di arancia. Fu l’introduzione del gelato in Francia a renderlo poi famoso in tutta Europa. Infatti non è inusuale trovare l’indicazione “vero gelato italiano” nelle gelaterie estere.

La nascita della moderna gelateria 2018-05-08T17:20:06+00:00

Gelato artigianale

Il gelato artigianale si distingue da quello industriale principalmente per l’utilizzo di materie prime fresche e per una minor presenza di grassi e aria. L’ingrediente principale utilizzato nella lavorazione del gelato è il latte, seguito da zuccheri e panna. L’uso del latte magro in polvere garantisce un adeguato apporto di solidi e proteine e aiuta a mantenere la struttura del gelato. L’acqua libera viene, infatti, assorbita dal lattosio, invece le proteine danno corpo e stabilità. La base della miscela, per i diversi gusti, deve essere sottoposta a pastorizzazione per renderla igienicamente sicura e ottenere un legame migliore tra i componenti solidi e acqua, ottenendo più cremosità insieme ad una struttura più stabile.

Gelato artigianale 2018-05-08T17:20:21+00:00

Curiosità prelibate

  • Il gelato è uno degli alimenti più antichi che ci siano, basti pensare che la prima coppa del gelato fu ritrovata in Egitto all’interno di una tomba appartenente alla II dinastia. Jacob Fussel, a fine ‘800, inventò il gelato industriale, un lattaio di Baltimora che provò a congelare il latte invenduto.
  • In pochi sanno che il cono è nato un po’ per caso. Nel 1904 durante la Fiera Mondiale di Saint Louis, un pasticcere che, per via dell’afflusso di gente, aveva terminato le coppette, ebbe l’idea di servire il gelato prendendo le cialde dal banchetto vicino al suo. L’idea fu un enorme successo e da qui nacque il cono gelato.
  • I gusti più strani al mondo? L’America ha stilato il suo elenco: al primo posto il gelato al foie gras e a seguire il gusto alla pizza, wasabi, bacon, uova di pesce e nero di seppia.
Curiosità prelibate 2018-05-08T17:20:29+00:00

Il gelato, un’emozione per gli italiani

Le tendenze del gusto del gelato in Italia si rivolgono ai sapori più semplici e tradizionali. Freschezza e nutrimento fanno del gelato una vera e propria passione per gli italiani. Secondo una ricerca di Eurisko/IGI, il gelato viene consumato dal 95% della popolazione italiana. C’è più gusto ad assaporare il gelato con calma, come momento di relax che ricorda soprattutto l’estate e i propri ricordi d’infanzia. Spesso, durante le stagioni più calde, si preferisce il gelato come sostituto di un pasto salato donando energia e positività. Si associa facilmente al divertimento ed è quindi considerato un’occasione per trascorrere del tempo in compagnia. Una quota molto ridotta della popolazione in Italia non gradisce il gelato ed è caratterizzata proprio da una mancanza di coinvolgimento verso questo alimento.

Il gelato, un’emozione per gli italiani 2018-05-08T17:20:36+00:00

Quanto gelato consumiamo?

L’associazione che riunisce tutte le industrie del dolce, l’Aidepi, ha pubblicato una ricerca che mostra i risultati inerenti alle statistiche del consumo del gelato in Italia. Ciascuno di noi mangia 3,6 kg di gelati confezionati per anno e circa 6 kg di gelato artigianale!
Il gelato artigianale, vincitore indiscusso rispetto a quello confezionato, vede tra i gusti preferiti degli italiani: cioccolato, l’accoppiamento limone e fragola, nocciola, pistacchio, bacio e fiordilatte. Il consumo del gelato dipende soprattutto dalle condizioni meteo di ogni regione, quindi, a meno che non si proponga qualcosa di più innovativo e originale, l’attività della gelateria, specie se artigianale, resta stagionale.

Quanto gelato consumiamo? 2018-05-08T17:20:45+00:00

Dalla neve al gelato

Il sorbetto, anticamente chiamato “Sherbet” (Dolceneve), trova le sue orgini sulle coste del Mediterraneo e veniva preparato mescolando succhi di frutta e miele proprio con la neve, ottenendo così una bevanda fresca e al contempo densa. I Faraoni erano soliti offrire ai propri ospiti, calici di argento pieni per metà di neve e l’altra metà di succhi di frutta. Il sorbetto, considerato l’antenato del nostro attuale gelato, venne importato in tutta Europa attraverso le Crociate, ma ebbe la sua spinta decisiva durante il Rinascimento. Oggi la definizione del sorbetto si avvicina molto a quella del gelato alla frutta, da non confondersi con la granita o la gramolata.

Dalla neve al gelato 2018-05-08T17:20:57+00:00
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