Storia del tartufo di Pizzo

Nel 1940 il maestro pasticcere Dante Veronelli, originario di Messina, rileva la Napitino Jannarelli al centro del Grand Pizzo Bar Excelsior. Per continuare l’attività imprenditoriale si avvale di un giovane pasticcere, anche lui di Messina: Giuseppe De Maria, alias “Don Pippo”. I due, dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie al loro genio produttivo riescono in breve tempo a dar vita a prodotti dalla comprovata qualità.

Dopo la morte di Veronelli, De Maria rimane come unico proprietario. Il tartufo nella sua forma attuale è nato a Pizzo per caso, nel 1952 circa: autore di questo prodotto è proprio Don Pippo, che dopo aver esaurito gli stampi e le forme per confezionare il gelato sfuso ha sovrapposto sulla propria mano una porzione di gelato alla nocciola ad uno strato di gelato al cioccolato, aggiungendo poi del cioccolato fuso e avvolgendo il tutto in un foglio di carta per alimenti. La tipica forma “a naso” è stata l’ultimo tocco a decretare una vera e propria innovazione, divenuta immediatamente celebre: la ricetta originale è ancora custodita gelosamente dai nipoti del Maestro De Maria.

Nel 1950, Giorgio Di Iorgi, nonno degli attuali titolari, che aveva iniziato la sua carriera all’interno della gelateria con il ruolo di cameriere, comincia ad imparare l’arte della produzione del gelato. Quindici anni più tardi, in seguito al ritiro del Maestro De Maria, sarà proprio Di Iorgi a prendere in mano l’azienda. Da questo momento in poi, l’azienda diventa a conduzione familiare, tramandata di padre in figlio, conservando il segreto della ricetta per la realizzazione dei celebri e deliziosi gelati.

2018-05-18T17:13:23+00:00
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